Il miracolo del SS. Sacramento di Torino. La caduta del mulo con l’Ostia consacrata che si alza verso il cielo
Il miracolo del SS. Sacramento di Torino. La caduta del mulo con l’Ostia consacrata che si alza verso il cielo
Il miracolo del SS. Sacramento di Torino. La caduta del mulo con l’Ostia consacrata che si alza verso il cielo
Il miracolo del SS. Sacramento di Torino. La caduta del mulo con l’Ostia consacrata che si alza verso il cielo
Il miracolo del SS. Sacramento di Torino. La caduta del mulo con l’Ostia consacrata che si alza verso il cielo

Pietro Domenico Olivero

Torino 1679 - Torino 1755

Il miracolo del SS. Sacramento di Torino. La caduta del mulo con l’Ostia consacrata che si alza verso il cielo

Autore o Bottega:
Pietro Domenico Olivero
Caratteristiche dell'opera :
Torino, 1738. Olio su tela
Dimensioni :
Altezza 66,5 cm - Larghezza 94,5 cm
Firmato :
Saggio critico della Dr. Arabella Cifani
Provenienza :
Collezione privata, Italia
Bibliografia :
Arabella Cifani, Franco Monetti, I Piaceri e le Grazie. Collezionismo, pittura di genere e di paesaggio fra Sei e Settecento in Piemonte, Torino 1993, I e II, passim; G. Merlo, C. Ravizza, A. Cifani, F. Monetti, Gli artisti a Torino dai censimenti 1705-1806, Torino 1996, p. 34; A. Cifani, F. Monetti, La collezione d’arte del Sanpaolo, Milano 2003, pp. 226-227; A. Cifani, F. Monetti, “Al popol di Turino pane vino e tamburino”. Svaghi, divertimenti e giochi dei torinesi fra Sei e Settecento nella pittura piemontese di genere e di bambocciata, in: Giochi svaghi e passatempi. Dal Medioevo all’Ottocento, Torino 2006, pp. 57-61; A. Cifani, F. Monetti, Gusto fiammingo e fantasia italiana: Pietro Domenico Ollivero (1679-1755) “pittore virtuosissimo”, cantore della civilta? piemontese del Settecento, in: “Il Quirinale, Rivista d’arte e storia”, 5, 2007, pp. 103-12; A. Cifani, F. Monetti, Paesaggi, stagioni, cieli e climi nella pittura piemontese fra Seicento ed Ottocento, in: Gennaro di Napoli, Luca Mercalli, Il clima a Torino. Tre secoli di osservazioni metereologiche, Torino 2008, pp. 261-282; A. Cifani, F. Monetti, La collezione di dipinti di Pietro Mellare?de (1659-1730) e degli eredi nel castello di Betton Bettonet in Savoia, in: “Saggi e Memorie di storia dell’arte”, n. 33, 2009, Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, pp. 165-203; A. Cifani, F. Monetti, voce Pietro Domenico Ollivero in: Dizionario Biografico degli Italiani, 79, Roma 2013, ad vocem.
Il miracolo del SS. Sacramento di Torino. Le antiche cronache torinesi ricordano che quando la città era ancora assai piccola ed aveva un tortuoso andamento medioevale, ne erano il cuore due piazze: quella grande del Municipio (detta delle Erbe) e, accanto a questa, al di là di un arco detto “della Volta rossa”, quella del Mercato del Grano, dove sorgeva l’antichissima chiesina di San Silvestro. Questa seconda piazza fu la sede di quello che comunemente viene chiamato “Il miracolo eucaristico di Torino”: una storia destinata ad avere un percorso storico-artistico molto fortunato a Torino e non solo. Nel 1453, in Alta Valle di Susa, aExilles, allora in mano ai soldati di re Carlo VII di Francia, vi fu una aspra battaglia con le truppe di Ludovico di Savoia che espugnarono Exilles, diedero sacco al paese infierendo sugli abitanti, non risparmiando neppure la chiesa. La tradizione vuole che in questa occasione un soldato sacrilego sia entrato nella locale chiesa, abbia rubato il ciborio che racchiudeva l'ostia consacrata, e avvoltolo in un fagotto, lo abbia posto su un mulo per mettersi poi in viaggio verso Torino. Giunto in città accanto alla chiesa di San Silvestro, la bestia sarebbe caduta; e per quanto tiratasu e picchiata, non si sarebbe rialzata. Srotolatosi il fagotto con il materiale furtivo, ne sarebbe scivolato fuori fuori il ciborio con l’ostia, che si sarebbe levata in alto in un nimbo di luce e vi sarebbe rimasta fino a che il vescovo Ludovico di Romagnano in processione con tutto il clero torinese, inginocchiatosi, non avesse levato in alto un calice ove l’ostia sarebbe ridiscesa. La devozione per il miracolo eucaristico del 1453 fu fatta propria dalla città di Torino, tanto che fin dal 1528 il consiglio comunale promosse la costruzione di un’edicola marmorea, disegnata da Matteo Sanmicheli, nel preciso luogo in cui, secondo la tradizione, l’Ostia miracolosa si era fermata. Nel 1598 l’antica cappella fu sostituita con l’attuale splendida Chiesa del Corpus Domini. La città festeggiò sempre con la massima solennità i centenari del miracolo, sentiti come espressioni altamente significative della propria storia.Nel 1703, anzi, i decurioni della Città, avendo constatato quanto le celebrazioni fossero utili a perpetuare la memoria dell'evento miracoloso e a stimolare la devozione popolare, determinarono che le celebrazioni dovessero avvenire ogni cinquant'anni. Nel frattempo, nella nuova visione urbanistica di Torino di stampo barocco, la gotica Chiesa di San Silvestro scomparve, assorbita dalla nuova Chiesa delloSanto Spirito: dell’edificio medioevale rimangono visibili due colonne in mattoni, inglobate dalla nuova chiesa, mentre una terza si trova all'esterno dell'edificio, presso l'abside. Il miracolo eucaristico era affrescato all’interno dell’edicola cinquecentesca e, nella nuova Chiesa del Corpus Domini, l’illustre pittore torinese Bartolomeo Caravoglia dipinse verso il 1667 lapala dell’altar maggiore con la scena del miracolo.

Dipinti

dipinti

Adolescenza

Carlo Levi

Paesaggio campestre con contadini, cani ed un uomo a cavallo

Domenico Pecchio

Gruppo di Commedianti

Giovanni Michele Graneri

Il miracolo del SS. Sacramento di Torino. La caduta del mulo con l’Ostia consacrata che si alza verso il cielo

Pietro Domenico Olivero

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Pietro Domenico Olivero

La cuoca

Pietro Domenico Olivero